
IL BODY SCAN: UN MOMENTO DI PURO ESSERE
Hai mai fatto l’esperienza di fermarti del tutto,
di essere così totalmente nel tuo corpo,
di essere così totalmente nella tua vita
che quel che già sapevi e quello che non sai,
e quel ch’è stato e quel che ancora dev’essere,
e le cose come stanno proprio ora
non ti danno neanche un filo d’ansia o disaccordo?
Sarebbe un momento di presenza totale,
al di là della lotta, al di là della mera accettazione,
al di là della voglia di scappare o sistemar le cose o tuffarcisi dentro a testa bassa:
un momento di puro essere, fuori dal tempo,
un momento di pura vista, pura percezione,
un momento nel quale la vita si limita a essere,
e quell'”essere” ti prende, ti afferra con tutti i sensi,
tutti i ricordi, fin dentro i geni,
in ciò che più ami,
e ti dice: benvenuto a casa.
~ Jon Kabat-Zinn
Stamattina mi sono svegliata assaporando le sensazioni del risveglio.
Un po’ di intorpidimento, la voglia di allungare le braccia e le spalle, l’aria fresca del mattino a contatto con la pelle, il respiro lento e profondo nell’addome, qualche pensiero ad attraversare la mente come le nuvole al tramonto, la stessa emozione che abita da giorni il cuore.
Apro gli occhi dolcemente. Ho appena fatto un mini-body-scan.
Mi viene da sorridere pensando che questa pratica ha molto a che fare con il risveglio, ma non mi ero mai accorta di quanto fosse simile all’azione stessa del risvegliarsi.
Attraverso il body scan riprendiamo i sensi, ristabilendo una connessione con il nostro corpo.
La tendenza, infatti, è quella di spendere la maggior parte del tempo nella testa, completamente rapiti dal rumore mentale, proiettati nella pianificazione di un futuro che non sappiamo se avverrà mai, o nel rimuginio di un passato che è già andato. Perdendoci così la vita, che si manifesta solo nel momento presente.
Tornare al nostro corpo ci permette di arrivare qui e di riprendere contatto con la realtà attraverso un’esplorazione curiosa e gentile delle sensazioni che ci attraversano momento per momento.
A volte si tratta di sensazioni piacevoli, un senso generale di rilassamento, l’onda del respiro che ci culla. Allora ci sembra di aver fatto una buona meditazione.
Altre volte sono spiacevoli, magari disagio o anche dolore in alcune parti del nostro corpo. Diventiamo insofferenti, vorremmo solo interrompere la pratica immediatamente.
Altre ancora, infine, non c’è alcuna sensazione. E allora la mente inizia a farsi domande e a cercare di giudicare l’esperienza.
La verità è che, in ogni caso, va bene così: la consapevolezza accoglie tutto.
Ed ogni volta che ci accorgiamo di essere altrove e scegliamo di tornare qui, anche se questo dovesse accadere solo per pochi minuti in un’intera meditazione, stiamo compiendo un passo importante nella direzione del nostro “risveglio”, che null’altro è se non la capacità di stare con le cose esattamente così come sono e vivere pienamente.
L’aspetto sorprendente del body scan risiede nell’abilità del corpo di riportarci al presente: benchè il corpo registri tutto perché in stretta relazione con mente e cuore, ci permette di sentirlo nella verità di questo momento, all’intensità di questo momento.
Non possiamo sentire il formicolio ai piedi che abbiamo provato ieri, o il senso di espansione di quella meditazione che ci era piaciuta tanto due settimane fa. Per questo, seppure la sequenza di passare allo scan il corpo dai piedi risalendo fino alla testa sia sempre la stessa, ogni body scan è un’esperienza unica e possiamo starci coltivando curiosità e apertura.
Ma c’è qualcosa di più. Qualcosa di prezioso che cresce poco alla volta in noi quando ci dedichiamo con costanza a questa pratica.
La gratitudine per il nostro corpo, al di là di ogni giudizio più o meno severo che possiamo averne a riguardo, e la nostra capacità di sentire.
Proviamoci. E benvenuti a casa.