
UN ANNO DA RICORDARE
Qualcuno che amavo una volta mi regalò una scatola piena di oscurità.
Mi ci vollero anni per capire che anche quello era un dono.
~ Mary Oliver
Ho un piccolo rituale a cui amo dedicarmi, ogni anno, negli ultimi giorni dell’anno.
Metto tutto in pausa per un’intera giornata – niente appuntamenti, notifiche o telefonate – e mi siedo silenziosamente con me stessa e la nuova agenda ad annotare pensieri e intenzioni.
È un momento preceduto da passaggi significativi: le mie giornate a fine Dicembre si fanno più silenziose, la pratica quotidiana si intensifica e inizio a ripercorrere tra me e me l’anno che sta terminando.
L’ho imparata nella mia prima meditazione camminata, l’importanza di onorare le transizioni. Anziché passare distrattamente da un passo all’altro, da un momento all’altro, da un ciclo di vita a quello successivo, mi fermo, osservo dove sono e da dove sto venendo, poi decido intenzionalmente dove voglio andare. In questo modo, le direzioni che prendo le posso davvero chiamare scelte.
UN ANNO STRAORDINARIO
Il 2020 è stato un anno stra-ordinario. Nessuno di noi, credo, avrebbe potuto prevedere il suo dispiegarsi e, forse, portavamo stretti vicino al cuore altri sogni. Eppure, la non ordinarietà è un dono, se la guardiamo da nuove angolazioni, e allora vi invito a fermarvi insieme a me per una pausa.
C’è un insegnamento che è diventato una guida preziosa nella mia esperienza, come un piccolo post-it appiccicato sul cuore a ricordarmi che “Non impariamo dall’esperienza, impariamo riflettendo sull’esperienza.”
Alla fine di ogni anno amo ripercorrere i momenti vissuti e gli insegnamenti che ne ho tratto, e li condivido sempre con voi. In un anno stra-ordinario, sento però che la mia singola voce sarebbe poca cosa rispetto alla bellezza di una narrazione polifonica, simile a quella degli antropologi quando si interessano alle persone: non si limitano a raccontarle, ma danno voce a chi ha voglia di raccontarsi.
Ho pensato di rivolgervi 3 domande che potessero guidare questo racconto e mi avete risposto in tantissimi. Ne condividerò alcune, iniziando dalla mia esperienza.
Ecco, per me il 2020 è stato un anno da ricordare. Mi viene da sorridere pensando che in lingua pali la parola sati, che traduciamo abitualmente come consapevolezza, ha tra i suoi significati proprio quello di ricordare.
PRIME VOLTE
Me lo voglio ricordare come l’anno delle prime volte. La prima volta che mi sono rotta. Un piccolo osso del piede, niente di speciale, mentre ballavo in casa a piedi nudi Don’t stop me dei Queen, e invece… ironia della sorte, mi sono dovuta stoppare per tre mesi, senza sapere che di lì a poco un evento di portata mondiale avrebbe fermato tutto molto più a lungo.
La prima volta che ho sperimentato in maniera più significativa sul mio corpo il miracolo della guarigione, e la pazienza e l’umiltà che questo richiede. La prima volta in cui mi sono accorta, grazie a un piccolo osso rotto, di quanto mi costa chiedere aiuto e di come sono impacciata nel farlo, e ho potuto riflettere a fondo sui miei limiti, i permessi di vita ricevuti e quelli negati, le ingiunzioni e lo stile di attaccamento. Tutto grazie a un piccolo, benedetto inciampo.
SGUARDI NUOVI
E proprio grazie a questa esperienza in cui ho vissuto su minima scala la disabilità, ho scelto di svolgere un tirocinio in ospedale proprio durante la pandemia, nell’unità spinale, e di poter aprire il cuore e riflettere insieme a persone straordinarie su disabilità e abilismo, ampliando continuamente il mio sguardo sul mondo.
È stata la prima volta in cui, guardandomi allo specchio, ho visto un capello bianco. Timido, nascosto, come il pensiero di correre a comprarmi un nuovo paio di jeans stracciati per scongiurare il tempo che passa, e subito dopo ho provato per la prima volta un sentimento di autentica tenerezza verso me stessa, per le esperienze degli ultimi anni. E sono scoppiata a ridere e a piangere pensando che quel capello bianco e qualche linea più marcata attorno agli occhi non renderanno mai giustizia alla guerriera che sono stata, ma li accoglierò con fierezza. E il mio dialogo interiore critico è diventato più dolce e benevolo.
INFINITE PANDEMIE
È stata la prima volta in cui, anziché chiudermi la porta alle spalle, me la sono chiusa davanti, vivendo l’esperienza tutta nuova del lockdown. Ho riscoperto il calore di casa, e il piacere di abitarla per davvero. Ho anche compreso che non c’è stata una pandemia, ma milioni di pandemie, tante quante i milioni di abitanti di questa Terra e che in ognuno questo evento ha riattivato in modo unico e singolare paure e automatismi. Ho anche sentito, in fondo al cuore, che posso avere rispetto della pandemia che sta vivendo ciascuno, me compresa, perché ogni essere racchiude un piccolo, sconfinato mondo interiore da trattare con delicatezza e di cui prendersi cura.
Per la prima volta, di fronte a qualcosa più grande di me, ho scelto intenzionalmente di praticare il non sapere e ho lasciato cadere le opinioni: il mondo non ha bisogno anche delle mie, ma può aver bisogno di ciò che ho da offrire. E così mi sono messa a disposizione con incontri individuali gratuiti, serate libere di pratica, beneficenza e volontariato. Un modo per ricordare che nel dare si riceve infinitamente di più di ciò che si dà e che, lontano dalla teoria dell’homo homini lupus, siamo animali solidali e abbiamo bisogno gli uni degli altri.
È stata la prima volta in cui il mio sguardo antropocentrico è irreversibilmente cambiato e ho sentito nel cuore quanto potrebbe essere bello se imparassimo ad abitare questo meraviglioso pianeta insieme alle altre specie, con più gentilezza. E ho scelto di iniziare a farlo io per prima, con piccoli, consistenti gesti quotidiani, perché se la sofferenza non ci trasforma, l’abbiamo sprecata.
GIOIA E GRATITUDINE
E per la prima volta (ops… la seconda) sono finita in ospedale, questa volta in sala operatoria, e ne sono uscita piena di gioia e gratitudine per il miracolo di essere viva.
Ecco, quest’anno me lo voglio ricordare. Mentre torno alla mia agenda per rispondere alle 3 domande, le lascio qui insieme alle vostre risposte che mi hanno riempito il cuore.
Buona transizione e buona pratica!
3 DOMANDE
- Qual è una cosa significativa che hai imparato nella tua pratica quest’anno e quale intenzione desideri coltivare per il futuro?
- Per cosa puoi sentirti grata/o se riguardi il 2020?
- Quale “superpotere” hai scoperto di avere durante quest’anno, o quale risorsa interiore hai ricontattato?
Ho imparato che si può sempre ricominciare senza darsi troppo addosso. Per il futuro vorrei coltivare più gioia nella pratica e meno disciplina. Sono grata per la salute dei miei cari e per gli amici sinceri. Ho riscoperto la resilienza, ossia sapermi adattare all’ambiente circostante ma anche al mio “habitat” interiore.
Monica
Ho imparato che i momenti di ascolto interiore e di stop dalla quotidianità è bello ricavarseli e non come un obbligo quando sto male. Per il futuro desidero continuare a coltivare questa intenzione che ho iniziato particolarmente questo anno. Sono grata per mio padre, per avermi costruito una casa in cui andrò a vivere una vita nuova con il mio compagno Ho riscoperto la capacità di riflettere, di leggere e prendermi degli spazi che mi piace chiamare “esistenziali”, come questo.
Anonimo
Desidero fare della meditazione e dello yoga una costante nella mia vita. Il covid mi ha donato il tempo, ho potuto vivere ad un ritmo più lento. Ho scoperto il potere della chiara visione.
Anonimo
L’attenzione determina che cosa è importante. Voglio prestare maggiore attenzione alle cose positive e smettere con il continuo lamentarsi di quello che non va. Ho visto impegno, abnegazione, umanità, professionalità e solidarietà tra noi operatori sanitari durante la prima ondata COVID; i miei genitori e i parenti anziani sono ancora con noi e non si sono ammalati. Ho fatto delle esperienze professionali gratificanti. Ho avuto tempo di stare con la mia famiglia e ho avuto il COVID senza stare tanto male. Ho pregato e meditato. Ho riscoperto alcuni amici. Mi sono sentita capace e competente.
Elisabetta
Ho imparato che c’è molto più coraggio nella calma che nell’azione. Vorrei coltivare la calma in futuro. Sono grata per le persone che hanno deciso di stare accanto a me in quest’anno, che mi hanno sostenuta e dato la fiducia necessaria per fiorire. Ho scoperto di riuscire a perdonare.
Chiara Albanese
Voglio apprezzare e vivere il presente ora e sempre. Ho avuto modo di fermarmi e raccogliere le forze. Ho scoperto la capacità di meditare.
MT
Voglio continuare a coltivare la pazienza. Sono grata per i tanti progetti solidali che sono riuscita a portare a termine. Ho riscoperto la centratura, e lì sono rimasta per tutto questo anno.
Claudia
Ho imparato che stare sul presente mi faceva stare bene, il futuro era una nube incerta, nel futuro continuerò a stare nel presente, io che tendo sempre a fare mille progetti… Mi sento grata perché il 2020 ci ha unito come famiglia, abbiamo gustato il tempo insieme solo noi 6 (ho 4 figli) come un’occasione unica e preziosa. Ho scoperto il superpotere di trovare la mia personale ricarica interiore in qualcosa, che per me è stata la passione per la Pole Dance, è stata la mia molla vitale e risorsa di energia in questo anno faticoso.
Marta Castoldi
Ho imparato ad essere più gentile con me stessa e spero di continuare a coltivare questa intenzione, mi dà un senso di morbidezza e calore. Sono grata alla mia famiglia e al nostro modo di essere, difetti compresi e sui quali stiamo lavorando insieme. Ho scoperto la pazienza che non credevo assolutamente di avere.
Barbara
Ho imparato a lasciar andare l’egocentrismo dei miei pensieri e a sentirmi più in connessione con ciò che mi circonda. Sono grata per la salute innanzitutto e il tempo più disteso. Ho riscoperto l’energia e l’entusiasmo nei confronti del mio lavoro.
Anonimo
Ho imparato quanto io possa essere resiliente e comunque cercare di sorridere. Ho imparato quanto posso essere forte nonostante tutto e sicuramente per il futuro vorrò esserlo ancora di più. Sono grata perché nonostante tutto e nonostante aver fatto il covid e ne sto ancora subendo le conseguenze sto bene e così i miei famigliari. Mi sento comunque grata perché mi ha insegnato ad essere ancora più introspettiva, empatica e resiliente. Ho scoperto che sono molto più forte di quello che pensavo, sono come l’araba fenice, e poi ho scoperto la capacità di sorridere nonostante tutto.
Simona
Ho capito quanto siano necessari impegno e costanza per qualsiasi cosa. So di non essere più solida come un tempo su questo, e vorrei tornare ad esserlo. Per il futuro devo impegnarmi di più. Sono grata per essere in buona salute sia io, che i miei cari. In assoluto ciò che conta più di tutto. Ho riaperto il cuore quando pensavo non fosse possibile, e ora avrei voluto poterlo fare ancora prima e ancora meglio.
Anonimo
Ho imparato che ho sempre disponibile con me uno sguardo di pace da cui guardare le cose, così come sono, anche se difficili, è il mio modo di relazionarmi con la realtà a fare la differenza! La mia intenzione per il prossimo anno è coltivare l’idea che la pace non ci sarà “a patto che…” oppure “quando avrò o non avrò…” ma è già qui. Sono grata per l’abbondanza di amore, e anche per “le comodità” di cui posso godere. Ho riscoperto la resistenza alla sofferenza.
Anonimo
Ho imparato ad ascoltare con attenzione e prendermi cura. Desidero coltivare l’intenzione di prendermi cura di me e lasciare andare. Sono grata per gli insegnamenti di pratica, per l’amore che ricevo dai miei affetti più cari, al mio corpo, per essere in salute e anche a mio agio nonostante tutto. Ho scoperto di riuscire a stare nelle cose così come sono, convivere con la paura riconoscendola come emozione e non facendomi catapultare nell’angoscia.
R.
In questo 2020 ho imparato che posso abituarmi a qualsiasi cosa anche a restare in casa per due mesi… con fatica mi ci sono riuscita…per il 2021 vorrei coltivare l’intenzione della calma che spesso non ho. Sono grata per aver avuto un compagno al mio fianco che nelle 1000 difficoltà c’è sempre stato. Ho cercato di usare il superpotere della comunicazione in relazioni ormai quasi tutte virtuali.
Laura Cementeri
Voglio coltivare la saggezza che è implicita nella pazienza. Sono grata per il tempo che ho potuto dedicare a chi amo: me stessa e la mia famiglia. Ho riscoperto la pazienza e lasciare che gli eventi accadano senza esserne travolti.
Lavinia
Ho imparato che si può fare a meno di moltissime cose. Voglio guardare sempre più all’essenziale, a ciò che conta davvero, e sono poche cose. Soprattutto desidero continuare ad innaffiare e coltivare il mio vero sé. Sembra quasi un lusso, e invece mi pare l’unica cosa che può rendere felici. Sono grata per il tempo guadagnato per gli interessi e le passioni, per il tempo dedicato alle cose semplici, quotidiane, vicine e condiviso con i figli. Ho riscoperto una grande curiosità. E la passione per la bellezza, ovunque sia.
Silvia Pansini
Quest’anno ho imparato la gratitudine, per l’anno prossimo vorrei riuscire a togliermi il senso di colpa per tutto e per tutti. Sono grata di essere riuscita durante il lockdown a concedermi del tempo per me stessa.
T.
Ho imparato a stare nel qui ed ora e a vedere ciò che accadeva da prospettive differenti. Vorrei coltivare la pazienza. Sono grata alla vita in generale perché questo fermo forzato mi ha permesso di riassaporare tante piccole sfumature a volte date per scontate o addirittura non viste. Invece è proprie nelle piccole cose che arrivano le gioie più grandi della vita. Ho ricontattato la determinazione e la caparbietà e ho scoperto di essere più conciliante di quello che pensassi.
Antonella T.
Voglio coltivare la Presenza. Sono grata perché il 2020 mi ha forzata con dolcezza a guardarmi dentro. Ho riscoperto intuizione e forza di volontà.
Anonimo
La mia lezione: la fiducia. Fiducia nella vita, nelle mie capacità di trovare una via anche quando non si vede, nella potenza e nella liberazione di lasciare il controllo e affidarsi. Sono grata al 2020 per avermi destabilizzata e “costretta” a tirar fuori altre capacità. Per aver alzato il tiro e avermi fatto alzare la testa. Il mio super potere potenziato all’ultima potenza è stata la creatività. Trovare soluzioni creative in mezzo allo sconforto e all’apparente immobilità. E la creatività è amore perché l’amore è creativo e trova sempre un modo.
Eleonora
Sto imparando ad ascoltarmi. Voglio continuare in questo percorso di crescita. Sono grata di aver avuto dei mesi in cui tutto era fermo, sono stati il momento in cui mi sono messa in moto per scoprire chi sono. A volte riesco ad andare controcorrente.
Roberta Elhagh
Ho imparato che lamentarsi non è mai una soluzione; imparare ad adattarsi e accettare i cambiamenti. Sono grata per il tempo in casa con mio figlio; imparare ad accogliere l’imperfezione, persone e cose per quello che sono, me compresa. Ho riscoperto la determinazione, non mollo mai; la consapevolezza di come mi sento.
Anonimo
Ho imparato che anche se sono sola, posso provare a contare su me stessa, ad essermi amica. Vorrei coltivare l’intenzione di rimanere nel presente e ascoltare le mie emozioni, senza lasciarmi trascinare da programmi e scenari per il futuro. Sono grata per le nuove vite così importanti per me e per chi mi sta intorno. Perché i bambini sono sempre un forte segnale di speranza e di vita. Ho scoperto che, con tanto dolore e tanta fatica, ma sono capace anche di stare da sola.
A.B.
Ho imparata ad accettare le cose così come sono e a non pianificare troppo il futuro. Sono grata per le lunghe vacanze al mare. Ho riscoperto la capacità di stare da sola per periodi lunghissimi senza perdere l’equilibrio mentale.
Gioconda