
SOLO PER ME
E se una poesia fosse solo per me?
E se fossi un pubblico sufficiente perché sono io,
Perché questa persona qui è viva, in carne e ossa,
È cosciente, ha sentimenti… questo conta?
E se questa persona fosse importante non solo per cosa
Può fare nel mondo
Ma perché è parte del mondo
E ha un cuore morbido e tenero?
E se quel cuore fosse importante,
se la gentilezza fosse importante?
E se questa persona non fosse diversa da tutte le altre,
Ma fosse invece connessa agli altri nel suo modo di essere diversa, di provare solitudine, di sentirsi isolata, fuori luogo, l’unico pezzo rimosso dal quadro –
Per tutto il tempo profondamente vulnerabile, sotto gli strati di difesa sedimentaria.
Oh, lasciami nascondere
Lasciami essere in definitiva grande, in definitiva timido,
Lasciami, allora non devo … essere …
Ma io sono.
Nonostante tutte le buffonate della differenza dagli altri, o del non-esserci-veramente, io resto
Non importa quale sia il mio travestimento …
Genio, idiota, glorioso, feccia –
Sotto, sono ancora solo io, ancora qui,
Ancora caldo e respirante e umano
Con un’altra possibilità di dire semplicemente ciao e riconoscere la mia tenerezza
Ed essere anche un po’ gentile con questa persona,
Perché anche lei conta.
Ana Villalobos (traduzione mia)