
RIPOSARE NELLE COSE COME SONO
Una cosa è certa: le notti sono tante quanti i giorni e nel corso dell’anno la loro durata si equivale. Neppure la vita più felice è priva di una misura di tenebra, anzi la parola stessa “felicità” perderebbe significato se questa non fosse controbilanciata dalla tristezza. È molto meglio, dunque, prendere le cose come vengono, con pazienza ed equanimità.
~ Carl Jung
C’è un’espressione che ho imparato praticando, che mi ricorda la possibilità di benessere interiore disponibile in ogni momento: riposare nelle cose come sono.
Mi sorprende, ogni volta, notare che di fronte alle difficoltà della vita abbiamo anche questa possibilità. Di solito ci agitiamo nelle cose come sono, ci lamentiamo, ci diamo da fare, le evitiamo; ma raramente ricordiamo che possiamo anche riposare nelle cose come sono.
Questa espressione traduce perfettamente il concetto di equanimità, che è considerata una delle quattro Dimore Divine.
La sua traduzione dalla parola in lingua pāli, upekkhā, significa letteralmente equilibrio, uno stato mentale radicato nella comprensione basata sulla saggezza, che ci permette di vedere le cose chiaramente.
L’equanimità favorisce un grande senso di apertura e spaziosità, ed è il contrario della negazione e della reattività: permette di rimanere aperti nell’incontrare ciò che è difficile e vorremmo sfuggire.
Quando impariamo a riposare nelle cose come sono, allora l’equanimità è presente e in questo stato mentale possiamo incontrare qualsiasi situazione con calma e saggezza, conservando un senso di radicamento e di felicità interiore.
Un antico insegnamento delle prime monache buddhiste, diceva:
Se la tua mente rimane ferma come un sasso e non si scuote,
in un mondo dove tutto si scuote, essa diventerà la tua più
grande amica e non verrai toccato dalla sofferenza.
Un altro modo per esprimere questo concetto, è dire sì alla vita, all’esperienza del momento presente.
Questo non significa che ciò che stiamo sperimentando debba piacerci, ma significa prestare attenzione a quanta contrazione è generata dall’opporci alla vita e alle cose così come sono. E quanta sofferenza non necessaria generiamo attraverso la proliferazione della mente.
Nella meditazione sull’equanimità coltiviamo il proposito di stare in noi e rimanere radicati nella possibilità di accogliere senza perdere l’equilibrio. Portiamo l’attenzione al modo in cui ci sentiamo, e sviluppiamo un’inclinazione verso l’apertura, osservando quello che c’è, riconoscendo quello che c’è e ricordando che le cose sono così come sono.
Oggi, allora, lasciate che ogni esperienza sia esattamente così com’è e concedetevi un PICCOLO ESERCIZIO:
–> quando imparate a riposare nelle cose come sono, allora l’equanimità è presente e in questo stato mentale è possibile avere a che fare con qualsiasi situazione con calma e saggezza, conservando la propria felicità interiore.
A che cosa potete dire sì oggi?
Buona pratica!