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il progetto di mindfulness a cura di Valentina Giordano

QUATTRO INSEGNAMENTI DI MINDFULNESS DALLA NATURA

Gli uccelli sono scomparsi dal cielo

e ora l’ultima nuvola si dissolve.

Sediamo assieme, la montagna ed io,

finchè solo la montagna rimane.

~ Li Po

 

Sto trascorrendo molti momenti in meditazione nella natura nelle ultime settimane. Dal mare, all’oceano, alla montagna, passando per le colline della Toscana, la natura invita costantemente a immergersi nel momento presente e a fare esperienza del mondo attraverso i sensi.

 

Spesso ci lasciamo portar via dai nostri piccoli drammi personali, dimenticando di essere parte di qualcosa di più vasto. Spendiamo così tanto tempo chiusi in casa, in ufficio, in auto, nei centri commerciali da perdere quel senso di connessione con la vita che la natura ci invita a risentire.

 

Eppure, basta fermarsi un attimo, per una passeggiata al parco o per un weekend fuori città, e tornare a connetterci con noi stessi e a sentirci parte di questo insondabile universo.

 

Meditare nella natura è un dono e può insegnarci molto. Ecco quattro lezioni che ho imparato.

 

RISVEGLIARE I SENSI 

Tutto è vivo in natura e concederci del tempo a contatto con il mondo naturale invita a uscire dal torpore in cui viviamo le nostre vite. Meditare nella natura ha un effetto terapeutico: il semplice gesto di disconnetterci per qualche momento e lasciar andare smartphone, tablet e computer – assieme alle nostre abituali preoccupazioni – ci fa sentire più calmi e freschi, ci rinnova.

Torniamo a vedere, a sentire. Possiamo fare una camminata consapevole a piedi nudi nell’erba o abbracciare un albero con tutti i sensi e sentirlo respirare. Possiamo meravigliarci per la bellezza di un fiore o ascoltare il canto degli uccelli che ci riporta al momento presente. Possiamo entrare in maggiore connessione con noi stessi e con la vita, o imparare a rimanere fermi e osservare. E cosa c’è di meglio per calmare la mente e aprire il cuore?

Alcuni anni fa mi trovavo nella campagna newyorkese, vicino Woodstock, mentre partecipavo al mio training per diventare insegnante di Mindfulness. Finita la prima meditazione seduta del mattino, ci chiesero di uscire fuori e guardare consapevolmente un filo d’erba. È ancora tra i miei ricordi più belli: una lacrima di rugiada, il profumo intenso di clorofilla, un piccolo cerbiatto che si avvicinò silenziosamente e io che sorrisi all’automatismo di cercare il cellulare per scattare una foto. Finalmente un momento solo mio, un momento di puro essere.

 

ONORARE IL MISTERO 

Non so voi, ma ogni volta che mi fermo a guardare il cielo stellato, a salutare il sole che tramonta o a contemplare la Via Lattea, a passeggiare in un bosco o a respirare in riva al mare, la natura mi connette immediatamente con il quadro più grande, con il vasto, incredibile mistero di essere vivi su questo pianeta in fiore.

Come dice il cosmologo Brian Swimme, quattro miliardi di anni fa la Terra era una sfera di roccia incandescente e ora sa intonare l’Opera. Questo mi ricorda a ogni istante che senza una prospettiva più ampia, siamo svegli solo a metà. E che possiamo onorare il mistero. La natura ha il potere di trasformarci: è di grande ispirazione per invitare nella nostra mente e nel nostro cuore un senso di calma, fiducia, spaziosità, chiarezza e compassione. Ci insegna la grazia necessaria per stare con le cose così come sono.

Diceva Lao Tzu: “L’universo è sacro, non puoi migliorarlo. Se cerchi di cambiarlo, lo guasti. Se cerchi di trattenerlo, lo perdi”.

 

LO ZEN CHE AVRAI PORTATO CON TE

Una decina di anni fa feci un viaggio in Norvegia, di cui custodisco un ricordo molto tenero. Ai tempi avevo venticinque anni e un lavoro dinamico negli eventi, che mi richiedeva di viaggiare, incontrare gente e vivere in uno stato di continua eccitazione. Amavo molto il mio stile di vita, ma quell’anno scelsi di andare in vacanza in Norvegia perché, a un livello ancora embrionale, forse, cercavo il silenzio. Sentivo il bisogno di una pace che mi permettesse di ritrovare il mio centro, di ascoltarmi. Volevo scendere dalla giostra.
Trovai i fiordi ad aspettarmi e un’immensità, una quiete, a cui non ero preparata. Quando arrivai nella piccola casetta che avevo tanto desiderato, lontana dal rumore del mondo, fui assalita da un profondo senso di malinconia e mi venne un attacco di panico. Raccolsi velocemente le mie cose e me ne tornai di fretta a Bergen, dove potevo vedere ancora i fiordi, ma farne esperienza da lontano.

Stare nella natura non è sempre un’esperienza piacevole. Lontani dal comfort, dalle distrazioni, da tutto ciò con cui abitualmente ci intratteniamo, abbiamo finalmente la possibilità di ascoltarci e fare amicizia con noi stessi. Se c’è pace, troveremo la pace; se c’è disagio, troveremo il disagio. Come diceva Robert Pirsig, “L’unico zen che troverai sulla vetta della montagna è quello che avrai portato con te”. La pratica mi ha insegnato a stare, ad accogliere, ad ascoltare e nella natura, con il tempo, ho trovato una preziosa alleata.

 

WINDS OF CHANGE 

Il vento di cambiamento soffia costantemente nella nostra vita. Ogni volta che cerchiamo di resistergli, inevitabilmente soffriamo. Riconoscere questo vento ci permette di comprendere a un livello viscerale che niente è permanente, che tutto fluisce, e quando questa comprensione passa dall’intelletto al cuore, smettiamo di aggrapparci a ciò che naturalmente cambia.

Questo principio tocca ogni aspetto della nostra esistenza e ci permette di notare come ci sforziamo inutilmente perché le cose rimangano sempre uguali: le relazioni, la salute, la nostra giovinezza.

Con la sua essenza effimera, la natura ci mostra continuamente il cambiamento. L’alternarsi di luce e buio, i venti che soffiano ininterrottamente, le maree, tutto in natura è manifestazione di questo flusso. E non importa quanto sia gloriosa l’estate, o colorato il foliage d’autunno: l’implacabile arrivo della stagione successiva ci ricorda che niente è per sempre.

Meditare a contatto con la natura è un invito ad accogliere il cambiamento anche in noi. Quando ci sentiamo bloccati e crediamo che le difficoltà che stiamo vivendo dureranno per sempre, possiamo connetterci con il nostro potenziale di crescita, di amore e cambiamento, sempre presente dentro di noi.

Insegna un proverbio cinese “quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”.

 

Buona connessione e buona pratica!

 



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