Welcome to the river

Benvenuto in go as a river,
il progetto di mindfulness a cura di Valentina Giordano

LA MENTE TRANQUILLA

Appena cominciamo a meditare, ci appare con molta evidenza quello che possiamo chiamare il primato – nella nostra mente – del molteplice e del complicato. La pratica dell’attenzione al respiro sarà allora l’incessante transitare dalla complessità e dalla complicazione della mente ruminante alla semplicità dell’attenzione rivolta a una cosa sola, cioè il respiro.

Il nostro piacere sarebbe quello di tornare a guardare il film mentale della sceneggiata che abbiamo fatto mettendo a posto tutti quanti, ma ci hanno detto di ritornare al respiro e ci sembra uno sforzo incomprensibile. Questa è una delle prime, più importanti, applicazioni del retto sforzo: la mente vuole andare lì, io la riporto al respiro, delicatamente, «come una piuma» diceva un insegnante. La delicatezza nella pratica è importante, perché stabilisce un clima: se io invece pratico con tensione, se cerco affannosamente di non mollare il respiro, alimento un atteggiamento avversivo. Se, al contrario, torno al respiro delicatamente, questa gentile semplicità nutre un movimento sempre più spontaneo.

 

 

~ Corrado Pensa

 

 

Ieri sera riflettevo sull’esperienza del silenzio.

 

Rientrando a casa dopo alcuni giorni di ritiro, nel passaggio verso una quotidianità più movimentata, mi sono presa un momento per assaporare le sensazioni e lasciare spazio a qualche riflessione.

 

Avrete già sentito dire che la meditazione è qualcosa di semplice, ma non facile. Richiede, cioè, un certo sforzo e un’intenzione molto ferma.

 

In ritiro, quando andiamo in profondità, o anche se ci dedichiamo con perseveranza e determinazione alla nostra pratica quotidiana a casa, percepiamo in maniera piuttosto netta cosa accade in meditazione e quali sono le qualità di una mente tranquilla.

 

CALMA CONCENTRATA

La meditazione di consapevolezza serve a coltivare una chiara visione.

La parola stessa vipassana (o, in inglese, insight meditation), che si riferisce a questa pratica, ha come significato proprio quello di chiara visione.

Quando ci dedichiamo alla meditazione, impariamo a vivere nel momento, a stare nel presente, riconoscendo ciò che accade senza il filtro delle proiezioni e dei giudizi che ci portiamo dietro.

 

La consapevolezza, che ha una profondità e un’abbondanza di significati, viene definita spesso come calma concentrata. Che cosa succede, allora, quando la calma concentrata è praticata con affetto, con cura, con sollecitudine? Succede che siamo più presenti, più in pace, meno irrequieti. Questo sereno raccoglimento dona un senso di calma, ci porta ad essere meno identificati con l’emozione che stiamo vivendo, momento per momento.

 

Ci permette, cioè, di avere una mente tranquilla.

 

MENTE TRANQUILLA

La mente tranquilla è una mente aperta, non limitata. Esamina le cose da diverse angolazioni e le lascia semplicemente essere. Sa apprezzare senza attaccamento e ci rende più liberi.

 

È una mente rilassata, fiduciosa, è fonte di energia. Smette di criticare noi stessi e gli altri e coglie il bello in ogni situazione. Abbandonando le vecchie modalità di pensiero, i preconcetti e pregiudizi a cui siamo attaccati, allora il positivo – anche minuscolo – non ci sfugge più e inizia ad allargarci il cuore.

 

Così, se volessimo cogliere i segnali, potremmo dire che in una mente agitata questi sono mancanza di fiducia, la tendenza ad essere critici e severi con sé stessi e con gli altri, il non sentirsi amati o essere gelosi e l’inclinazione a pensare al peggio.

Al contrario, i segnali di una mente aperta sono la tendenza ad essere fiduciosi, la possibilità di sentirsi a proprio agio con le cose così come sono, la capacità di sorridere, la presenza di qualità come la pazienza, la tolleranza e l’apprezzamento di ciò che abbiamo (piuttosto che la predisposizione a notare ciò che manca).

 

La qualità di una mente tranquilla è l’apertura, quella spaziosità che inizia a manifestarsi tanto nella mente quanto nel cuore.

 

Attraverso la meditazione, pian piano, impariamo a portare pace nella mente quando è contratta e insegniamo a corpo e mente a rilassarsi.

 

SEMPLIFICAZIONE INTERIORE

Una mente irrequieta è una mente senza riposo, coinvolta in un’incessante proliferazione che è espressione di stress. È quella che viene metaforicamente definita “mente-scimmia” e rappresenta una mente di povertà, perché ci fa sentire carenti e inadeguati.

 

La nostra mente, tuttavia, ha bisogno di quiete, di quella pace che è possibile raggiungere attraverso un processo di semplificazione. Nella meditazione questo avviene quando, portando l’attenzione su un elemento semplice come il respiro, favoriamo un passaggio dal complicato al semplice e inizia a stabilirsi in noi un senso di calma in cui possiamo prendere rifugio.

 

Prendiamo atto amichevolmente della nostra irrequietezza, facciamo pace con la nostra mente agitata e ci prendiamo così come siamo.

 

SERIETÀ E LEGGEREZZA

L’invito che ho ricevuto nei giorni scorsi e che rivolgo anche a voi, è quello di darci alla pratica con serietà – non seriosità, ma cura, sollecitudine – e leggerezza – che comporta la volontà di non irrigidirsi ma di fare, piuttosto, un sorriso. Soprattutto quando ci sembra più difficile.

 

Buona pratica!

 

PS: È questo un insegnamento che porto nel cuore, ricevuto in ritiro da Corrado Pensa in un discorso molto più ampio sul Dharma. Vi invito ad associarvi all’A.Me.Co., per accedere ai loro materiali e alla loro inestimabile saggezza.



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