
RIFLETTERE IL RITMO DELLA NATURA
Il riposo non è ozio, e giacere qualche volta sull’erba ascoltando il mormorio dell’acqua, o guardando le nuvole fluttuare nel cielo, non è affatto uno spreco di tempo.
~ John Lubbock
Quest’inverno sto facendo davvero esperienza dell’inverno. È come se nella mia memoria ci fosse un ricordo sfocato di questa stagione, così come la intendiamo nell’emisfero boreale: il freddo, un minor numero di ore di luce, la natura che appare morta.
Negli ultimi anni mi sono data un gran da fare per evitarlo, scappando letteralmente via per buona parte dell’inverno, e riempiendomi di impegni per la restante parte, così da anestetizzarmi in attesa della primavera.
Ebbene, quest’anno sto vivendo ogni ora dell’inverno, ma non me ne prendo tutto il merito. Avevo deciso intenzionalmente di non partire verso mete lontane per iniziare a lavorare seriamente sulle mie strategie di fuga, che metto in atto indiscriminatamente nella vita quando provo avversione per qualcosa; ma sapete quanto è facile fuggire, pur rimanendo, e intrattenersi nella propria frenesia. Così mi sono rotta un piede.
DISPONIBILITÀ
Un merito, tuttavia, me lo prendo: ed è la disponibilità a lavorare su tutto. Veniamo al mondo come delle divinità, con tutto il potenziale e l’apertura possibili, e un poco alla volta scriviamo la nostra storia fatta di esperienze, condizionamenti e inclinazioni, finché un giorno da adulti apriamo gli occhi (o forse il cuore), ricontattiamo quella divinità e scopriamo che è possibile fare il percorso al contrario, e lentamente disimparare. Siamo pronti allora a osservare le nostre avversioni, senza bisogno di condannarci, e a prendercene cura, e in questa disponibilità c’è sì del merito. Ma torniamo all’inverno.
RICORDARE
Qualcuno, augurandomi una pronta guarigione, mi ha chiesto: forse avevi bisogno di fermarti? Ho sorriso ricordando che per rinascere bisogna prima morire, e che c’è qualcosa di saggio nel rispettare i propri ritmi e quelli della natura. Non è un caso se per arrivare in primavera sia necessario attraversare l’inverno. Ma se siamo sempre indaffarati, travolti dalle nostre attività, semplicemente ce ne dimentichiamo. Per questo coltivare la consapevolezza significa ricordare.
Rimanendo presente all’inverno, sto ricordando il sapore della lentezza. Sto facendo esperienza del freddo alle mani e ai piedi, della necessità di mangiare e dormire un po’ di più, com’era prima che avessimo la luce sempre a disposizione e i supermercati aperti 24 ore su 24, o le prove costume nel cuore dei mesi più freddi. E anche se la mente, di tanto in tanto, si avvita su se stessa in preda ai pensieri di fuga, la verità è che sento un po’ alla volta l’avversione indebolirsi, e per la prima volta inizio davvero a gustare l’inverno.
PREFERENZE
Attendo la primavera, senza negare più la stagione in cui mi trovo. La pratica, che è di per sé un cammino controcorrente, mi ha permesso di imparare che in quanto esseri umani possiamo ancora avere delle preferenze. Ma il punto è non farsi governare dalle proprie preferenze, coltivando l’equanimità: la capacità di riposare nelle cose come sono.
Forse non avrei scelto di rompermi un piede e senz’altro continuo a preferire la luce e il caldo, però posso stare nelle cose così come sono senza affliggermi o torturarmi. E se posso imparare a stare, a non evadere rispetto a questa particolare avversione, forse potrò farlo con un’altra e poi un’altra ancora, fino a fare amicizia con tutte le esperienze che respingo, e ricontattare la pace e la divinità di chi arriva al mondo per la prima volta, non appesantito dal bagaglio della proprie preferenze.
TEMPO FUORI DAL TEMPO
Questa stessa freschezza, questa apertura equanime la ritrovo ogni volta che entro in connessione con la natura. La natura ci insegna la semplicità e la contentezza, perché in sua presenza ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di molto poco per essere felici. Quanta differenza ci sarebbe nella nostra vita, se re-imparassimo a vivere in accordo con il ritmo della natura, che non conosce orologi e programmi, ma un tempo al di là del tempo, più i linea con un’idea di pace interiore.
Riflettere il ritmo della natura, in questo momento dell’anno è una scoperta. Come insegna Rumi: non pensare che d’inverno il giardino perda il suo incanto. Sembra addormentato, ma lì sotto le radici sono in tumulto.
Buone riflessioni e buona pratica!
PROSSIME PROPOSTE NELLA NATURA
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